Il periodo notturno

Nell’ultima fase della sua produzione, definita comunemente periodo notturno dal titolo dell’opera più significativa, Notturno (1921), d’Annunzio segue le tendenze della cultura italiana dei primi del Novecento. Sperimenta quindi nuove forme di prosa, una prosa lirica, evocativa,di memoria, frammentaria.

Prose liriche e di memoria

D’Annunzio quindi inizierà dal 1913 a pubblicare opere di questo genere: la Contemplazione della morte (1912), la Licenza della Leda senza cigno (1913), il Notturno (1921), Le faville del maglio (1924 e 1928), il Libro segreto (1935). Si tratta di opere diverse tra loro, ma accomunate da un taglio autobiografico e dal registro stilistico più misurato.

Un d’Annunzio rinnovato

Si nota quindi un d’Annunzio rinnovato, genuino e sincero, al pari di quello di Alcyone, senza le solite maschere fastidiose. Queste prose presentano una materia nuova, ricordi d’infanzia, sensazioni fuggevoli, confessioni soggettive, un ripiegamento ad esplorare la propria interiorità, pervasa da inquietudini e perplessità, e soprattutto dal pensiero della morte.

Anche la struttura di queste opere è nuova: non più costruzioni complesse ed artificiose, ma il frammento: un procedere per libere associazioni, un fondere presente e passato attraverso la memoria.

Il Notturno

Quest’ultima stagione della produzione dannunziana viene definita periodo notturno, dal titolo della più significativa di queste prose, il Notturno. Composta nel 1916, un periodo nel quale lo scrittore era costretto alla totale immobilità e al buio totale per il distacco della retina. A causa della provvisoria cecità tutta l’esperienza si concentra quindi sugli altri sensi. La redazione definitiva, pubblicata nel 1921, conserva il carattere di annotazione casuale, ossia quello che caratterizza realmente l’opera.

Occorre notare che oltre al carattere innovativo, queste prose seguono un fenomeno culturale che in quegli anni andava in direzioni analoghe, la tendenza al frammentarismo. Non solo, ma queste prose rivelano ancora una presenza del narcisismo e di autocelebrazioni del proprio vivere inimitabile.