Fase della bontà

La crisi dell’estetismo approda a una soluzione alternativa. Gli succede infatti un periodo di incerte sperimentazioni riconosciuta come fase della bontà. In questo periodo d’Annunzio subisce l’influenza del romanzo russo. Gli scritti che nascono da questa fase sono: Giovanni Episcopo, l’Innocente e il Poema Paradisiaco. I primi due sono romanzi mentre il terzo è una raccolta poetica.

Nel Giovanni Episcopo è evidente l’influsso di Dostoievskij. Il romanzo consiste nella confessione di un delitto compiuto dal protagonista, un impiegato piccolo borghese, condannato fatalmente a una condizione di umiliato e offeso. L’Innocente esprime il recupero del legame coniugale e della vita di campagna, palesemente influenzato da Tolstoj; Il Poema Paradisiaco presenta temi dell’area decadente francese: stati d’animo di languore, atmosfere pervase da un senso di morte. La figura che traspare da questo canzoniere è quello di un poeta e di un uomo delicato, malinconico, che si avvicina quasi con nostalgia ad un mondo familiare e genuino, fatto di cose semplici. I crepuscolari, a inizio Novecento si rifaranno a questa raccolta e a Pascoli.

Per capire il motivo per cui questa fase fu denominata della Bontà bisogna fare un confronto con il precedente periodo dell’estetismo. Mentre i protagonisti dei romanzi precedenti percorrevano la strada del piacere, ora invece il poeta e i suoi personaggi vanno alla ricerca di una redenzione morale ed etica. Fu questa, però, solo una soluzione provvisoria. Uno sbocco alternativo alla crisi dell’estetismo scaturirà dalla lettura di Nietzsche.